
Una selezione delle mie apparizioni tv, interviste e contributi.
Amore Criminale – Rai 3
Negli ultimi anni il mio lavoro è entrato nelle case delle persone anche attraverso la televisione: a Amore Criminale, su Rai 3, sono intervenuta più volte come giornalista per raccontare storie di violenza di genere e femminicidio. In ogni puntata in cui sono presente porto con me non solo i dati e la ricostruzione dei fatti, ma soprattutto le vite delle persone coinvolte, i silenzi prima del delitto, i segnali trascurati, le paure che spesso restano chiuse tra le mura di casa. Il mio obiettivo, quando mi siedo davanti alla telecamera, è lo stesso che ho quando scrivo: non trasformare mai il dolore in spettacolo, ma restituirgli contesto, profondità e rispetto. Amore Criminale è uno spazio delicatissimo ideato dalla bravissima Matilede D'Errico, in cui il racconto del crimine si intreccia con la memoria delle vittime e con la voce di chi è rimasto; il mio ruolo è provare a tenere insieme questi piani, aiutando chi guarda a comprendere la complessità di una relazione malata, senza giustificare nulla ma neppure semplificare.

Amore Criminale - Norina Mattuozzo
“Delitti Invisibili” – podcast di Elisa De Marco (Elisa True Crime)
Il passaggio al linguaggio audio è avvenuto in modo naturale con la mia partecipazione a “Delitti Invisibili”, il podcast di Elisa De Marco (Elisa True Crime). In questo progetto ho trovato uno spazio in cui la mia esperienza di cronaca si è potuta misurare con un pubblico diverso, più intimo e attento all’ascolto, abituato alle narrazioni lunghe e profonde. Nel podcast intervengo come giornalista per riportare casi che spesso hanno avuto poca eco sui media tradizionali o che, dopo una breve attenzione iniziale, sono scivolati via dalle pagine dei giornali. Lavorare con Elisa significa condividere un’idea comune: il true crime non è soltanto intrattenimento, ma può diventare uno strumento per ricordare, capire, fare luce su dinamiche di potere, violenza e rimozione collettiva. Nei miei interventi racconto i fatti, ma soprattutto cerco di riportare al centro le persone: le vittime, le loro famiglie, i testimoni, chi ha provato a chiedere giustizia e non sempre è stato ascoltato. Il podcast, con i suoi tempi e i suoi silenzi, permette di dare a queste storie un respiro che sulla carta spesso non è possibile.
Il mistero del pozzo - Il caso di Gisella Orrù
L'avversario - La storia di Aral Gabriele

Documentari true crime – “Nove Racconta – Fortuna, il male vicino”
Come autrice ho firmato il documentario “Nove Racconta – Fortuna, il male vicino”, dedicato alla storia di Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni uccisa a Caivano, in un contesto di violenza indicibile e di omertà radicata. Lavorare a questo racconto per la televisione, per Discovery / Crime+Investigation, ha significato confrontarmi con un materiale emotivamente durissimo, in cui ogni scelta di linguaggio e di montaggio poteva fare la differenza tra il rispetto e la spettacolarizzazione. Ho lavorato sulla ricostruzione del caso partendo dalle carte, dagli atti e dalle testimonianze, ma sempre con l’idea che al centro non ci fosse il “mostro” di turno, bensì una bambina, la sua infanzia spezzata e un quartiere intero chiamato a fare i conti con quello che è accaduto. Il documentario intreccia voce narrante, immagini d’archivio, interviste e luoghi reali: il mio contributo è stato quello di cucire questi elementi in un racconto che fosse fedele ai fatti, chiaro per chi guarda e allo stesso tempo attento a non trasformare il dolore di Fortuna in un semplice caso di cronaca nera da consumare e dimenticare.
Documentari true crime – “La modella assassina”
Un altro tassello importante del mio percorso come autrice televisiva è il documentario “La modella assassina – La storia di Rosa Della Corte”, sempre realizzato per Discovery / Crime+Investigation. In questo lavoro ho ripercorso la vicenda di una giovane donna al centro di un caso che ha attirato l’attenzione dei media per la sua mistura di glamour, ambizione, fragilità e violenza. Raccontare la storia di Rosa Della Corte significava, da un lato, analizzare un fatto di sangue e le sue implicazioni giudiziarie; dall’altro, esplorare come la società, i media e l’immaginario collettivo reagiscono quando la figura dell’“assassino” coincide con quella di una donna giovane, fotogenica, apparentemente lontana dall’idea stereotipata del criminale. Nel documentario ho lavorato per tenere insieme la cronaca, i documenti, le ricostruzioni processuali e le voci di chi ha conosciuto davvero quella storia, evitando sia l’assoluzione facile sia la demonizzazione spettacolare. L’obiettivo era mostrare che dietro ogni etichetta mediatica – “modella assassina”, “femme fatale”, “mostro” – ci sono percorsi umani molto più complessi, che meritano di essere osservati con attenzione e responsabilità.
Intervista per l’inserto “Giustizia” e classifiche Sensemakers / Primaonline
Accanto a queste esperienze, ho avuto l’occasione di riflettere in modo più teorico e personale sul mio lavoro in una lunga intervista per “Giustizia”, un inserto dedicato al mondo giudiziario e ai temi della legalità. In quell’occasione ho potuto raccontare come scelgo le storie da seguire, in che modo decido cosa lasciare fuori da un pezzo, quali limiti mi do quando scrivo di violenza, di femminicidi, di crimini che riguardano bambini o contesti già esposti a stigma e pregiudizi. È stato uno spazio prezioso per parlare non solo dei casi che ho seguito, ma anche della responsabilità di chi li racconta: la scelta delle parole, delle immagini, dei titoli, il confine tra il diritto di cronaca e il rispetto per il dolore altrui. In parallelo, il mio lavoro sui social è stato riconosciuto più volte nelle classifiche dei giornalisti più seguiti sui social in Italia, realizzate da Sensemakers per Primaonline, che monitorano mensilmente la presenza e l’impatto delle firme giornalistiche nel dibattito online. Comparire in quelle graduatorie accanto a giornalisti molto noti per me non è solo una questione di numeri: è il segno che esiste un pubblico che sceglie consapevolmente di seguire un modo diverso di raccontare il crimine, meno urlato, più articolato, più attento alle persone che alle etichette.



Nel corso della mia carriera, ho avuto il privilegio di vedere il mio lavoro riconosciuto: dai premi, come il Premio internazionale Buone Pratiche del Parlamento Europeo, ricevuto nel 2021, alla menzione tra i giornalisti più seguiti d'Italia sui social nella classifica di Sensemaker per Prima Online.
Sono anche autrice di due libri: C’era una volta il re fiamma, reportage, del noir Camere nascoste e della rubrica di cronaca nera Profondo Giallo, che ho curato per Fanpage.it, dal 2017 al 2021.
Camere nascoste è disponibile in versione Kindle, cartacea (copertina flessibile) e smartphone (con app amazon kindle).




.jpeg)
