top of page
IMG_1856.jpg

Mi chiamo Angela Marino e da oltre dieci anni mi occupo di cronaca nera. In questo lungo percorso, ho sentito il bisogno di rimettere in discussione il modo in cui questa materia viene raccontata.

​

 

Questo approccio è nato un po’ per reazione e un po’ per istinto: volevo restituire complessità alle storie, raccontare come il dolore non sia mai uguale, come ogni vicenda abbia una dimensione unica e irripetibile.

​

 

La cronaca nera è un genere potente, ma spesso ingabbiato in schemi rigidi. La ricostruzione asettica dei fatti, la divisione netta tra vittima e carnefice, la corsa al sensazionalismo, il colpo di scena: questo è ciò che la tradizione ci ha insegnato. Ma io ho scelto di rompere questi schemi, cercando una narrazione più laterale, non documentativa ma analitica.

​

 

Un racconto che aiuti il lettore non solo a orientarsi nei fatti, ma anche a leggerli senza morbosità, a specchiarsi in quella realtà che, come ripeto spesso, non è un’altra, non è lontana, astratta, non è fiction. È esattamente la nostra.

 

Questo approccio è quello che porto avanti anche sui social, dove pratico un formato essenziale e rapido, ma con l’obiettivo di raggiungere profondità. Ogni parola è scelta, ogni pausa ha un peso. Non mi interessa l’inseguimento ossessivo del dettaglio. Mi interessa lo spazio che resta, quello in cui si annida l'umanità ferita.

​

​

Il mio lavoro parte proprio da lì: dal non detto, dall’ambiguità, dal dubbio. E questo significa anche rinunciare alla pretesa di oggettività, alla voce “da giornalista” standardizzata, per sostituirla con una voce più intima, narrativa, che spesso diventa anche politica e, in fondo, personale.

​​

Nel raccontare i cold case, non seguo una struttura prestabilita. Entro nella storia lentamente, la abito, la lascio respirare. A volte la contraddico, altre volte, semplicemente, la ascolto. Uso la parola scritta, ma anche la voce e il montaggio come strumenti per costruire una narrazione che non sia fredda e informativa, ma profondamente evocativa.

​​

Mi interessa la memoria, non come ricostruzione tecnica ma come atto di resistenza. Molti dei casi che scelgo sono dimenticati, irrisolti, marginali. Eppure, ogni volta che torno a raccontarli, sento che si accende qualcosa. Come se, in quel gesto narrativo, ci fosse un atto di giustizia. Non giuridica, ma umana.​

 

Questo per me è scrivere la cronaca. Significa mettere in discussione il principio di oggettività, sostituendolo con qualcosa di più complesso: l’autorialità, l’empatia, la responsabilità. Non fingo neutralità, perché non credo che il distacco sia garanzia di verità. Credo nella responsabilità del racconto.

 

Credo che oggi il giornalismo abbia bisogno anche di questo: di linguaggi ibridi, di sguardi laterali, di coraggio narrativo. I cold case, con le loro zone d’ombra e i loro vuoti si prestano perfettamente a questa operazione. Sono ferite aperte, ma anche spazi di esplorazione.

​​

C’è chi mi dice che sto facendo storytelling. Forse sì. Ma lo faccio con metodo giornalistico, rigore nelle fonti, rispetto per la verità – anche quando la verità è incompleta. Il risultato è che molti dei miei lettori non si accorgono di stare seguendo contenuti giornalistici. Eppure li cercano, li condividono, li aspettano.

 

Perché c’è fame di storie raccontate bene.

​​

Questo è quello che provo a fare ogni volta.

​

E se in quel processo qualcuno ritrova una voce, un senso, o anche solo un ricordo che merita di non sparire, allora ho fatto bene il mio lavoro.

Profondo giallo di Angela Marino

Nel corso della mia carriera, ho avuto il privilegio di vedere il mio lavoro riconosciuto: dai premi, come il Premio internazionale Buone Pratiche del Parlamento Europeo, ricevuto nel 2021, alla menzione tra i giornalisti più seguiti d'Italia sui social nella classifica di Sensemaker per Prima Online.

 

Sono anche autrice di due libri: C’era una volta il re fiamma, reportage, del noir Camere nascoste e della rubrica di cronaca nera Profondo Giallo, che ho curato per Fanpage.it, dal 2017 al 2021.

camere nascoste versione kindle, cartacea, smartphone

Camere nascoste è disponibile in versione Kindle, cartacea (copertina flessibile) e smartphone (con app amazon kindle).

bottom of page